Uragano Sandy a New York: il racconto di una nostra lettrice
Lโaria รจ stata elettrica sin da domenica pomeriggio, si avvertiva lโattesa nei passi delle persone, nei cappottini (ingiustificati dalla temperatura mite) dei cani, nelle eterne sospensioni di volo che i gabbiani sperimentavano intorno alla Statua della Libertร , si percepiva lโevento nei mulinelli di pattume di China Town, nelle notizie TV; ma nei luoghi cruciali la vita era tranquilla: a Manhattan non erano in corso “saccheggi” nei negozi di alimentari, non sono state interrotte le promozioni nรฉ i lanci dei nuovi โoggettiโ di culto (windows 8, ad es.),โฆ ma una nuova strana presenza cominciava ad occhieggiare nelle strade del lusso: i sacchi di sabbia che si ammonticchiavano davanti alle vetrine, e qualcuno (pochi per la veritร ) che inchiodava lastre di compensato alle vetrine.
Ogni passo di Manhattan sembra di stare in un film: cโรจ lโinformatore della polizia con gli hot dog, cโรจ il semaforo appeso di sbieco, che sembra in procinto di cadere giร prima dellโarrivo della tempesta, ci sono le scale dโemergenza appese fuori dai palazzi di quando in quando cigolano (sarร normale, o sentono la tempesta?), ci sono i mucchi di pattume che cominciano ad innervosirsi quando le raffiche penetrano negli Avenue.
Nel pomeriggio sul treno per il New Jersey (la mia direzione รจ il quartiere di Forest Hill) la gente torna a casa: รจ la gente vera, quella che non si vede nei film. I colori del mondo ci sono tutti, ma sono tutte facce โฆ normali di chi ha trascorso il pomeriggio della domenica in centro ed ora torna casa col pacchetto di dolci; con una mazzo di fiori, con un passeggino con due bellissimi gemelli biondi che intrattengono metร carrozza con il loro sorriso; cโรจ anche chi ha lโaria pensierosa, chi รจ preoccupato per domani, che รจ lunedรฌ e che forse sarร solo un lunedรฌ piovoso.
La TV perรฒ incalza: le previsioni mostrano carte su cui si arrotolano macchie azzurre e viola sempre piรน veloci, sempre piรน fitte. ร meglio tornare in cittร prima che chiudano i ponti: belle le cittร dโacqua! Ma quanto sono fragili.
Lunedรฌ mattina 29 ottobre 2012
Chiusa la Metro, faccio pochi passi sono al MoMA: chiuso; il Central Park รจ lรฌ dietro, ma รจ transennato, raffiche di vento prendono sicurezza nel vuoto lasciato dai palazzi e i rami cominciano a sfrigolare, Il Mayor non vuole rischiare e , chiude! Anche le scuole sono giร chiuse. Intanto montagne di foglie (le magnifiche foglie autunnali del parco piรน famoso del mondo) si accumulano umidicce ai lati dei marciapiedi, tristi e molli come quelle dei meno pittoreschi nostri viali autunnali.
Ma lรฌ, lungo Park Avenue, corrono (in mezzo alle foglie) tutti podisti orfani del parco, corre che cerca di raggiungere un bus per andare al lavoro, si accalca chi spera che almeno il Metropolitan Museum o il Guggenheim sia apertoโฆ.. invece รจ giร tutto chiuso! Ed รจ chiuso anche il Comune di Manhattan uno degli edifici storici della cittร bassa. Cโรจ il vento, cโรจ la pioggia, ma… come sono esagerati questi americani e allarmisti!
domani alle 14:00 potrai leggere la seconda parte del racconto di MICOL T.8
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